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Abstracting Nature

Terminus Digital Art ospita la mostra Abstracting Nature di Cesare Rosa e Fabio Talloru.


Ciò che caratterizza al giorno d’oggi il rapporto tra Uomo e Natura è, di fatto, che l’umano ha ingenuamente idealizzato la Natura spogliandola delle sue caratteristiche caotiche e incontrovertibili.
Mentre un tempo, i nostri antenati avevano una sorta di timore reverenziale per il non-umano e rispettavano l’ambiente che li circondava, oggi, annebbiati dalle comodità, dai cliché e da un rifiuto interiore per tutto ciò che è selvaggio, noi ci siamo estraniati dalle nostre radici.
La vita è stata dapprima repressa e sfruttata, poi, accorgendoci di quanto in realtà sia potente e impassibile alle nostre sventure, abbiamo iniziato ad idolatrarla e venerarla, forse nella speranza di una grazia che non arriverà mai.

Ed eccoci qui, a pensare una natura fatta di dolci prati e boschi luminosi, mari pacifici e immobili montagne, luoghi che ci immaginiamo popolati da animali che tutto sommato troviamo simpatici, salvo poi risvegliarci come da un sogno in occasione di catastrofi ambientali che ci ricordano improvvisamente qual è il nostro posto.

Abstracting nature è quindi il tentativo di evidenziare questo paradosso, un uomo che più cerca di conoscere e razionalizzare la natura e più tende a mitizzarla ed estetizzarla, portandola ad un livello semplicistico che non le appartiene .

Una sequenza di immagini, fisse e in movimento, accompagnate da un loop sonoro di 23 minuti realizzato attraverso la rimodellazione di sessioni di field recordings che, nella loro evoluzione, re-interpretano il tema della percezione paesaggistica come “artefatto dell’esperienza umana”. Fotografie, videomapping e suono, insieme danno vita ad un connubio astratto e ricco di interpretazioni.

Ognuno di noi dovrà fare la sua parte e ri-pensare la Natura.

BIO

Cesare Rosa

classe 1996, è fotografo, artista multimediale, montatore e postproducer. In seguito alle numerose collaborazioni con Giulio Calegari e gli studi presso la Scuola Civica di Cinema “Luchino Visconti”, affina tecnica e teoria, aspetti essenziali che permettono di dare forza e solidità strutturali alle opere personali.
La poetica di Studio Azzurro, con il quale collabora da 5 anni, influenza indubbiamente la sua arte portandolo così ad esplorare l’immenso mondo del multimedia.
La fotografia, che è caratterizzata da una postproduzione quasi assente, diventa quindi, non più il metodo espressivo principale,
ma un ponte verso opere più complesse e significative mentre il coinvolgimento dello spettatore si fa strada come elemento centrale e si esprime nelle forme più disparate, da conchiglie sparse sul pavimento a quadrifonie spazializzate, che trasportano lo spettatore in nuove dimensioni di percezione.

Fabio Talloru

laureato in Scienze Filosofiche, è un produttore di output mediali, musicista e un sound designer.

Per Fabio ogni materia possiede una propria voce che può essere sollecitata ad esprimersi.
Nel processo di creazione sonora privilegia la cattura di suoni ambientali e di oggetti, sia artificiali che naturali, attraverso la pratica del campionamento audio.
Dalla rielaborazione di questi suoni ricava e genera loop, sintetizzatori e sezioni ritmiche con cui sviluppare gli specifici linguaggi che raccontano i soggetti al centro di ciascun lavoro.

Nel 2020 ha avviato il progetto “Studio campione” presso Progetto Borca di Dolomiti Contemporanee, in cui, oltre che di suono, si occupa di fotografia microscopica, carbonizzazione vegetale e produzione di pigmento organico.